La classifica Bloomberg Global Health Index condotta su 163 Paesi pone l’Italia al primo posto. E’ il Paese con la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale, nonostante la situazione economica difficile. Infatti, un bambino nato in Italia ha una aspettativa di vita di un ottuagenario, mentre in Paesi come il Sierra Leone l’aspettativa di vita è di circa 52 anni.
Gli italiani sono molto più in forma di canadesi, americani e inglesi, che presentano tutti livelli più alti di pressione sanguigna e colesterolo, oltre ad essere maggiormente colpiti da disturbi psichiatrici. A contribuire al record c’è la dieta mediterranea che, se seguita correttamente, aiuta a prevenire malattie neurodegenerative, cardiovascolari e obesità. Il consumo quotidiano di frutta e verdura di stagione, legumi e cereali, pesce, uova e olio di oliva, senza eccedere con carne e formaggi questi gli elementi di forza della dieta nostrana, che favoriscono il consumo di acidi grassi monoinsaturi rispetto a quelli saturi e, allo stesso tempo, il consumo di nutrienti con proprietà anti-infiammatorie che aiutano a diminuire colesterolo “cattivo”, stress ossidativo e trigliceridi.
Il segreto, quindi, è in una dieta equilibrata che comprende tutti i nostri principali alimenti in giuste quantità, questa è la risposta al dibattito che si sta consumando a Bruxelles in questi giorni circa la possibilità di introdurre anche in Italia il sistema a semaforo “traffic lights system”, dove per esempio il rosso viene percepito come negativo per la salute in senso assoluto, senza tener conto di quantità e frequenza di assunzione.
Secondo Coldiretti, infatti, alcune eccellenze del made in Italy esportate in tutto il mondo come il Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, l’olio extravergine di oliva, sarebbero tra le vittime illustri di questo sistema grafico. L’approccio britannico crea infatti paradossi come il bollino rosso all’olio extravergine d’oliva e il verde alla bevanda gassata.
In Italia la crescente sensibilità dei consumatori verso la salute e il cibo ha già portato le industrie alimentari nazionali a muoversi verso una sempre maggiore trasparenza e verso l’offerta di prodotti più sani, senza il bisogno di rinunciare al gusto e alla qualità e, soprattutto, senza bisogno di approssimativi bollini colorati.